Le parole e gli spazi della musica
Intervista alla Garage Music School
L’arte porta con sé numerosi benefici, in termini di benessere sia individuale e psicologico, sia sociale e comunitario. Le varie forme d’arte infatti, stimolano in diverse maniere aspetti cognitivi, emotivi e relazionali. Tra esse, la musica si adatta particolarmente sia alla dimensione individuale sia a quella di gruppo e, in quest’ultimo caso, è in grado di stimolare la crescita di nuove relazioni e di nuovi dialoghi all’interno di una comunità, sia nella fase creativa sia in quella performativa. Abbiamo parlato di tutti questi aspetti con Enrico Vanossi, musicista professionista e socio fondatore della Garage Music School nel quartiere Gallaratese.
«Dopo una lunga carriera come turnista, ho deciso di dar vita, assieme ad altri musicisti professionisti della zona, a questo centro per la musica in un quartiere che era sguarnito di spazi simili. Organizziamo da corsi di propedeutica alla musica per bambini, fino ai corsi di strumento per tutte le età, di gruppo e individuali». La Garage Music School si trova in via Gallarate, e tra i suoi obiettivi c’è quello di portare la musica che si sviluppa al suo interno anche fuori dalle mura della scuola, organizzando eventi e cercando di stimolare la popolazione del quartiere. In particolare, nel 2019 ha dato vita al Bonola Sound, un grande evento musicale gratuito realizzato in collaborazione con il centro commerciale Bonola.
«Io qui ci ho vissuto, e per noi il legame con il territorio è molto importante. Il Gallaratese è una sorta di ‘quartiere dormiente’: mancano attività, eventi, aggregazione giovanile, ma la voglia c’è. Quando abbiamo organizzato il Bonola Sound, realizzato grazie al lungimirante Alberto dell’Aquila, la risposta è stata alta abbiamo ricevuto molti feedback positivi, nonché proposte di nuovi eventi. Il Gallaratese è dormiente ma è pronto a svegliarsi, c’è energia che freme, mancano gli spazi dove farla esprimere ed esplodere. Avremmo voluto farne un’altra edizione prima di essere interrotti dall’arrivo del lockdown».
La pandemia ha colpito l’arte nelle sue diverse fasi: dall’impossibilità di incontrarsi e dar vita alla parte più propriamente creativa, alla prescrizione per eventi e festival, con la conseguente riduzione delle possibilità performative e ricreative. Se certamente le nuove forme di comunicazione a distanza hanno ampliato il ventaglio di possibilità relazionali aprendo la strada a nuovi modelli di interazione, nell’ambito artistico l’adattamento al digitale si è rivelato particolarmente complesso. La Garage Music School si è, come molti, assestata il più possibile in modo tale da aderire alle necessità della chiusura, non senza difficoltà: dai problemi di connessione con i ritardi nell’audio, alle difficoltà in termini di ascolto del suono e di partecipazione degli utenti ai corsi. «Da noi l’effetto più distruttivo lo hanno subìto i ragazzi, che non si sono più potuti incontrare. Capita spesso che dalle lezioni di gruppo nascano delle amicizie che si trasformano anche in piccoli gruppi musicali, ma con la pandemia tutto questo è pressoché scomparso. Spero che anche questa cosa possa presto rinascere».
L’arrivo della pandemia, nel suo effetto di ‘restringimento degli spazi’ e dei confini di azione della quotidianità, ha imposto la riconfigurazione dei rituali e delle abitudini nella dimensione intima e individuale. In alcuni casi, questo dover rimodellare la propria quotidianità in casa ha stimolato la dimensione creativa ed espressiva, tanto che, come ci racconta Enrico: «soprattutto nei ragazzi, nel dover scoprire come 'stare fermi' con sé stessi e nel bisogno di ‘tornare alla vita’ il desiderio di musica e la curiosità verso lo strumento musicale pare essersi accentuato».
In particolare in adolescenza, l’arte si propone come un strumento efficace per la crescita e lo sviluppo della gestione delle dimensioni emotive, affettive e relazioni, agendo direttamente sulla consapevolezza di sé. Un esempio che ci riporta Enrico arriva dalla collaborazione con la comunità riabilitativa per adolescenti Pani e Peschi.
«La collaborazione con Pani e Peschi è iniziata alcuni anni fa, quando una ragazza della comunità, con una bellissima voce tra l’altro, aveva espresso il suo desiderio di fare musica. Ricordo quando è entrata la prima volta timida e con lo sguardo basso con il peso di tante difficoltà. Piano piano che scopriva la scuola le si sono illuminati gli occhi: alla fine era entusiasta e ha continuato il percorso con noi per diversi anni, fino all’arrivo del Covid. L’arte ha tantissime potenzialità e tantissimi benefici, e questa ragazza ne è un esempio: aveva bisogno di esprimersi e ci è riuscita. Alla fine abbiamo anche registrato una canzone interamente scritta da lei, ed è stato un traguardo importante».
Quella con la comunità Pani e Peschi è una delle diverse collaborazioni e sinergie della Garage Music School, che proprio con l’evento Bonola Sound ha attivato un dialogo ormai stabile anche con Vidas.
Con la fine del lockdown si stanno riscoprendo con nuove prospettive l’aggregazione, l’incontro e la relazione.
L’arte, la musica e gli eventi culturali sono delle forme di relazione e di espressione in grado di stimolare nuove energie, azioni e reazioni. Se ogni fine è un nuovo inizio, l’augurio è che questa rinascita dopo l’anno passato porti con sé stimoli creativi e il coraggio di esprimerli nelle più diverse forme - artistiche e non. Servono però anche spazi: luoghi di incontro, di espressione creativa e di performatività ricreativa per offrire spazio d'azione a quest'energia 'dormiente' e in attesa.